Tengo molto a questa parola. Felicità.

Perché ci tengo così tanto? Penso che sia perché per me è un concetto di vitale importanza, e siccome viene un po’ bistrattato e maltrattato nell’immaginario collettivo allora per me diventa ancora più prezioso. Lo proteggo e lo coccolo ancora di più.

Dico bistrattato perché molte persone non credono alla felicità, pensano sia una gioia passeggera che arriva e se ne va.

Ci sono due concezioni della parola felicità. Due significati. Due significati creano confusione.

Esiste una felicità momentanea e una felicità profonda.

LA FELICITA’ MOMENTANEA

La felicità momentanea dura un attimo, un’ora, un pomeriggio, un giorno, e poi scompare. Così come era arrivata. La felicità momentanea dipende dall’esterno, dipende da un risultato raggiunto, da una persona che hai visto, da un complimento che ti è stato fatto, da qualcosa che è successo.

Sono fattori esterni a te che ti danno felicità. Per questo è momentanea e effimera, perché dipende da fattori esterni.

Se non c’è fattore esterno, non c’è felicità.

Questo ci obbliga a impegnarci col mondo esterno per avere la nostra dose di felicità.

Vorrei spiegarmi meglio con un esempio. Gli amici. Ipotizziamo che tu viva la tua vita tra alti e bassi. Passi del tempo con gli amici e questo ti dona felicità. Ti convinci quindi che stare con loro sia la chiave per il tuo essere felice. Continui ad alimentare questa convinzione, che diventa reale. Amici uguale felicità. No amici uguale no felicità. Ora sei in scacco, perché hai bisogno degli amici per avere la tua felicità. Sei schiavo.

Questa è la prima concezione della felicità. La felicità momentanea. Ecco perché questa felicità non è per te efficace, perché non ti porta da nessuna parte. Anzi. Questo tipo di felicità ha l’effetto contrario a lungo andare, perché crea dipendenza e la dipendenza crea infelicità.

LA FELICITA’ PROFONDA

Il secondo concetto di felicità che esiste è quella che piace tanto a me. Quella che amo.

E’ la felicità profonda.

Una felicità che perdura nel tempo e non ha a che fare con fattori esterni. Non dipende da situazione esterne, non dipende dagli amici, né da risultati.

Sicuramente questi fattori esterni ci danno delle felicità momentanee. Quindi sono i benvenuti. E’ bellissimo contornarsi di persone che ci donano felicità, ottenere risultati nello studio o nel lavoro che ci donano felicità, è bellissimo che ci capitano cose felici durante la giornata.

Ma se raggiungiamo la felicità profonda non dipendiamo da queste cose esterne. Ci danno un di più, ma non ne siamo schiavi. Non dipendiamo dalle felicità momentanee.

Quindi il punto diventa: ANDARE A CERCARE LA FELICITA’ PROFONDA.

Non più ricercare la felicità momentanea. Ma capire cos’è e come raggiungere la felicità profonda.

CHE COS’E’ LA FELICITA’ PROFONDA?

La felicità profonda ha a che fare con l’interno di noi, con la nostra capacità di connetterci a tutto ciò che fa parte di un dato momento che stiamo vivendo. Tale connessione profonda genera un’emozione, questa emozione ci fa sentire vivi e quindi realizziamo il nostro essere.

Hai mai provato a mangiare un piatto di spaghetti e mentre lo mangi essere concentrato sul sapore del sugo, sulla consistenza degli spaghetti, sulle tue papille, sulla tua mano che tiene in mano la forchetta? Se riuscirai a farlo ti sentirai connesso, e quella sensazione di connessione ti donerà pienezza.

La pienezza è la felicità profonda, perché sei completo e non hai bisogno di altro.

La tendenza ad avere questo atteggiamento nei confronti della vita ti porterà sempre più ad essere pieno, e quindi felice.

Al contrario, se mentre mangi un piatto di spaghetti stai pensando ai tuoi impegni del pomeriggio la tua connessione con quel momento non c’è. Questa mancanza di connessione non ti fa sperimentare la pienezza, è in effetti totalmente inutile e quindi non può darci felicità.

Capisci cosa intendo dire?

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